Da poco l’influencer ha riaperto la possibilità di commentare i suoi post su Instagram, e lo ha reso noto proprio con un nuovo post.
Non sembra ancora placarsi la bufera intorno a Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale indagata per il caso del pandoro Balocco, ma non solo. Al centro delle indagini portate avanti dalla Procura, ora compaiono anche le uova di Pasqua e la Bambola Trudi. Ma si attende il corso delle indagini per avere più notizie al riguardo.
Ciò che è evidente, invece, è la strategia social messa in atto da Chiara Ferragni. Al famoso video di scuse, per prima cosa, è seguito un silenzio che ha sorpreso tutti, visto che è proprio grazie ai social che l’imprenditrice digitale più famosa d’Italia ha potuto trovare fortuna. Improvvisamente, poi, il ritorno tramite la condivisione di foto e video in famiglia, con la mamma o i due figli Leone e Vittoria.
La riattivazione dei commenti sotto i post
Su Instagram, la perdita di follower non si placa: sebbene i numeri siano irrisori al fronte dei milioni di seguaci, la diminuzione è costante e si contano circa 190.000 followers in meno. Se il 26 dicembre ammontavano a 29.581.995, ad oggi sono 29.392.867.
I commenti sotto i post erano stati disattivati e perciò non era possibile lasciare alcuna riflessione. Da ieri, invece, qualcosa è cambiato ed è nuovamente stata attivata la possibilità di commentare le foto. Tuttavia, “I commenti su questo post sono stati limitati“, si legge sotto alle immagini.
Gli unici commenti accettati infatti, ad ora sono quelli positivi: cuori, messaggi affettuosi e complimenti. La scelta è stata fatta in un’ottica ben precisa, onde evitare le critiche negative e le “shitstorm” (pioggia di insulti e commenti vergognosi che a volte gli utenti generano, nascondendosi dietro ad una tastiera).
Rimane da capire ancora se questa scelta, effettuata quasi sicuramente dalla società esperta in crisi di immagine che la sta seguendo, potrà giovare alla sua immagine o meno. Nel frattempo si attendono gli sviluppi delle indagine portate avanti dalla Procura.